TERAMO – Sarebbe ridimensionato, rispetto all’iniziale clamore e incertezza che hanno caratterizzato la posizione, il ruolo del Teramo calcio e del presidente Campitelli nell’indagine sulla presunta combine nella partita Savona-Teramo dello scorso 2 maggio che è valsa la promozione matematica anticipata in Serie B del Teramo. «Dai primi atti che ho avuto modo di vedere c’é un profilo di totale estraneità del presidente Luciano Campitelli e della società del Teramo dalle accuse che gli vengono mosse». A dirlo è il legale del numero 1 del Teramo, l’avvocato Renato Borzone, che comincia a preparare la strategia difensiva e sottolinea come, a suo avviso, nelle carte relative alla seconda tranche dell’inchiesta sul calcioscommesse della Dda di Catanzaro «non vi siano presupposti tali da far ritenere il suo assistito coinvolto in una frode sportiva». Le accuse contestate a Campitelli e al direttore sportivo del Teramo, Marcello Di Giuseppe, sono quelle di violazione dell’articolo 1 della legge 401 del 1989: gli viene attribuito, in concorso con altre tre persone, di aver alterato il risultato della partita di Savona, pneultima del torneo di Lega Pro. Accusa che l’avvocato di Campitelli si prepara a contestare in tutte le sedi. «È stato fissato l’interrogatorio – conclude il legale – vedremo se il 17 o in altra data. Intanto valuteremo tutta la situazione»
Valuterà invece se sollevare la questione della competenza territoriale l’avvocato Libera D’Amelio, legale del direttore sportivo del Teramo, Marcello Di Giuseppe, indagato anche lui per la presunta combine. «Il fatto sarebbe stato commesso a Savona, quindi valuteremo anche la competenza territoriale». ha detto, aggiungendo poi di essere in ogni caso convinta che i suoi assistiti chiariranno tutto. L’avvocato D’Amelio, infatti, è legale anche dell’ex capo dell’area tecnica dell’Aquila calcio, Ercole Di Nicola (tra i 50 arrestati nella prima parte dell’inchiesta sul calcioscommesse della Dda di Catanzaro e già ai domiciliari nella sua casa, a Morro d’Oro) e al quale, secondo le accuse mosse nella seconda tranche dell’inchiesta, la dirigenza del Teramo avrebbe dato mandato di combinare la partita. «Ieri ho conferito con il signor Di Giuseppe – ha detto – che nega ogni accusa e che mi ha assicurato di non aver mai fatto alcuna telefonata e di non sapere dei 30mila euro pagati, secondo l’accusa, per alterare la partita». Per l’avvocato D’Amelio, Di Giuseppe avrebbe intenzione di chiarire la vicenda il prima possibile. «Credo sia importante – ha concluso – che non sia contestata l’associazione e il fatto che non vi sarebbero coinvolti calciatori del Teramo. Oltre al fatto che non sarebbero stati individuati i giocatori che avrebbero combinato il tutto».